Le comunità e lo sviluppo sociale
Se è vero che il linguaggio è in qualche modo lo specchio della cultura e della società, è interessante notare come la parola inclusione sia sempre più presente, non solo sui media, ma anche in moltissimi progetti a sfondo sociale. Un termine che – in qualche modo – è il contrario di emarginazione, è quindi alla base degli sforzi compiuti nella costruzione di una società coesa.
Differenti culture di provenienza che convivono nello stesso territorio, diverse e spesso inique condizioni economiche, la mancanza di un vero spirito comunitario e la latitanza delle istituzioni, possono provocare situazioni di disagio (o addirittura pericolo) che devono essere affrontate prontamente.
Accoglienza, educazione, supporto
I centri di accoglienza per migranti svolgono un ruolo fondamentale per assicurare di fornire cure, riparo e pasti regolari a coloro che sono stati costretti a lasciare la loro terra d’origine, normalmente per ragioni economiche oppure per conflitti in corso nel loro Paese. Anche i centri per i minori che devono essere allontanati dalle loro famiglie hanno lo scopo di fornire una seconda casa a chi deve lasciare i suoi parenti per cause di forza maggiore. Esistono poi molte altre tipologie di strutture, come quelle destinate agli anziani o ai disabili, quelle che offrono assistenza alle donne vittime di violenza e quelle per persone a rischio di esclusione sociale.
I professionisti delle comunità
A seconda del tipo di comunità, vengono coinvolte diverse figure professionali. Se dal punto di vista del supporto psicologico entrano in gioco i professionisti in materia, possono essere anche presenti fisioterapisti e infermieri, così come educatori e assistenti sociali specializzati nelle relazioni familiari.
Ogni comunità, per funzionare correttamente, deve stabilire precise regole ed essere sorretta da un’ottima organizzazione. Per questo motivo, soprattutto nelle strutture più grandi, possono essere chiamati a collaborare anche addetti alla cucina o alla cura della proprietà.
Una strada verso la sensibilizzazione
Le comunità svolgono un ruolo esemplare nel cercare di arginare le situazioni di difficoltà degli ospiti. Gli operatori devono inoltre tenere conto delle difficoltà spesso correlate ai budget che vengono assegnati, e dai quali dipende anche la qualità dei servizi offerti. La conoscenza dell’operato di queste realtà non può che favorire una presa di coscienza che ciascuna persona, a prescindere dalla sua provenienza, ceto sociale o storia personale, potrebbe trovarsi un giorno in una situazione di forte disagio e avere quindi bisogno di aiuto.
Quindi, per ritornare al concetto di inclusione citato all’inizio, una comunità di tipo assistenziale non dovrebbe essere considerata un luogo staccato dal resto del tessuto sociale, dove l’emarginato trova supporto, ma come parte stessa di una comunità sociale allargata che considera e accoglie soprattutto coloro che sono a rischio di esclusione.